Il bergamotto

Lungo i 100km di fascia costiera Jonica, che da Reggio di Calabria portano a Siderno (Rc), cresce un albero, nato per un innesto casuale favorito dal microclima e dal terreno, dalle qualità straordinarie: il Bergamotto, non a caso denominato l’oro verde della Calabria.

Il 90% della produzione mondiale arriva da questo lembo di terra, dove la sua presenza è documentata fin dal 1750, nonostante le origini effettive siano ancora argomento di discussione.

Si è tentato di estendere la sua coltura al di fuori della predetta zona, ma non si sono ottenuti frutti che potessero eguagliare le proprietà organolettiche del frutto calabrese.

Il periodo della fioritura (marzo-aprile) è una musica per i sensi, ma da novembre a febbraio durante la raccolta, è una sinfonia per l’olfatto:

  • nei bergamotteti, dove il frutto viene raccolto a mano e sprigiona nell’aria il suo profumo
  • nelle vicinanze delle tante piccole e grandi aziende che ne estraggono l’essenza

È dal flavedo (parte colorata della buccia) che si ottiene l’olio essenziale utilizzato in profumeria ed in cosmesi.

Ma il bergamotto non è solo questo.

Conosciute le sue proprietà alimentari e medicali dalla tradizione popolare (“spirito lambicato”, termine dialettale che indica la parte meno nobile nell’estrazione dell’essenza, usato per lenire i dolori delle articolazioni), è un medico calabrese, Francesco Calabrò, che nel 1804 pubblica un lavoro a conferma delle proprietà antisettiche e cicatrizzanti. Mentre sono degli ultimi anni gli studi (Università Magna Grecia di Catanzaro) che ne attestano l’elevata capacità di favorire il metabolismo dei grassi e degli zuccheri, grazie al complesso di polifenoli presenti nel frutto.

Un frutto, mille risorse

Dalla buccia del bergamotto si ricava l’olio essenziale, dalla polpa premuta si ottiene il succo per bevande e liquori. Dal pericarpo, attraverso un processo di essiccazione e di estrazione della frazione polifenolica, si ottengono fibra essiccata per pectina e prodotti nutraceutici.